Rapporto “Io sono cultura” 2016
Lo scorso giugno è stato presentato a Roma il rapporto 2016 "Io sono cultura - l'Italia della qualità e della bellezza sfida la crisi", di Unioncamere e Fondazione Symbola, realizzato in collaborazione e con il sostegno dell'Assessorato alla Cultura della Regione Marche. Dal 2011 Unioncamere e Fondazione Symbola redigono un rapporto di monitoraggio del sistema produttivo culturale e creativo, condiviso e discusso con i principali attori dell’economia italiana.
Il rapporto attraverso l’analisi di due dimensioni - “Core Cultura” e “Attività Creative Driven” - espone dati sul sistema produttivo culturale e creativo del Paese. L’attenzione per quanto attiene il Core Cultura viene posta sulle industrie culturali, divise nei settori dello spettacolo, delle arti visive e mostre di pittura, all'editoria e alla produzione musicale (registrata e multimediale), oltre alle attività di progettazione creativa, industriale e architettonica e alle attività di gestione del patrimonio storico culturale. Il rapporto individua invece come Attività Creative Driven attività non appartenenti al core culturale ma nelle quali cultura e creatività entrano contribuendo allo sviluppo produttivo.
L’impegno del Parlamento Europeo per l’inserimento della Cultura come undicesima priorità del Piano Juncker, volto a rilanciare l’economia del continente grazie ad un investimento di 315 miliardi di euro a favore degli Stati membri, dà la cifra dell’importanza che questo ambito assume per l’economia a livello europeo. Per quanto attiene l’Italia, i dati raccolti dal Rapporto dimostrano che la cultura è uno dei motori primari della nostra economia. Come si può leggere nella Premessa a cura del Presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci e del Presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, infatti il Sistema Produttivo Culturale e Creativo genera direttamente il 6,1% della ricchezza prodotta in Italia e induce ricchezza anche in altri settori, come ad esempio il Turismo, portando questa percentuale al 17%, per un valore pari a circa 250 miliardi di euro. Notevoli anche i dati relativi all’occupazione: il Sistema Produttivo Culturale occupa 1,5 milioni di persone. Rispetto a un’economia in stallo, la filiera, mostra una crescita complessiva, ancorché minima, sia in termini economici, sia in termini occupazionali. In questo senso, le performance più rilevanti sono quelle connesse al design (+10,8% per valore aggiunto e +13,8% per occupazione), alle produzioni creative-driven (+5,4% per valore aggiunto e +1,4% per occupazione), al videogame (+3,7% per il valore aggiunto e +1% per occupazione), alla musica (+3,0% per valore aggiunto).
Come anticipato, il turismo è il settore maggiormente influenzato positivamente da questo trend: più di un terzo (il 37,5%) della spesa turistica nazionale è infatti attivato dalla cultura. Oltre al turismo c’è anche il mondo dell’agroalimentare: tra le alleanze più promettenti strette negli ultimi anni c’è sicuramente, infatti, quella tra cultura e mondo del cibo. Ma l’Italia è cresciuta anche in segmenti in cui aveva accumulato ritardi in passato, recuperando terreno nel contesto internazionale: è il caso ad esempio del videogame, in cui si moltiplicano i soggetti indipendenti; o quello discografico, grazie all’apporto delle nuove tecnologie. Infine, sono numerose le esperienze innovative messe in campo per la tutela e valorizzazione del patrimonio: di particolare interesse quelle che si caratterizzano per il coinvolgimento della società civile. Si rileva una riscoperta del ruolo collettivo e comunitario del patrimonio culturale, come il mecenatismo partecipato o l’azionariato popolare. Tutti fenomeni che dimostrano un rafforzamento della relazione pubblico-privato nei confronti della cultura. Inoltre sono state messe in campo riforme volte a rafforzare questi fenomeni, come quella, ad esempio, dell’Art Bonus che ha permesso di raccogliere 62 milioni di euro in erogazioni liberali, rafforzando e incentivando il fenomeno del micro mecenatismo, con il coinvolgimento di più di 2.700 mecenati.