Percorso della Memoria

Il Percorso della Memoria è un itinerario che si snoda in un paesaggio planiziale dell’entroterra lagunare, dove acqua, vegetazione e storia s’intersecano.
Si scopre così il fascino di un territorio che ha visto la fondazione della colonia romana di Altino, l’ascesa della Serenissima con la realizzazione delle vie fluviali tra Treviso e la Laguna e infine le opere della grande bonifica.
Il punto di partenza è il centro di Quarto d’Altino dove si imbocca la via Claudia Augusta, l’antica strada romana che partendo dall’Adriatico e attraversando le Alpi portava fino alla regione del Danubio in Germania.
Dal punto in cui incontra il fiume Zero parte un percorso sterrato che ne segue la sinuosa riva sinistra fino alla confluenza con il fiume Dese e con il Canale di Santa Maria.
Ormai alle porte della laguna veneta, si è arrivati al sito della città di Altino, antico insediamento paleoveneto che dopo la conquista romana del II secolo a.C. divenne un fiorente scalo commerciale in virtù della sua posizione strategica al confine della laguna.
Attraverso le testimonianze conservate nel Museo Archeologico Nazionale e nelle annesse aree archeologiche è possibile farsi un’idea di quella che poteva essere la vita nell’antica colonia.
Proseguendo verso nord lungo via S. Eliodoro si giunge ad incorciare il Sile; seguendone il corso si giunge poi alla località di Portegrandi. Qui la seicentesca conca permetteva l’accesso all’entroterra ai natanti che dalla laguna si dirigevano verso il trevigiano e viceversa.
Ritornando indietro lungo la riva destra del Sile, si prosegue fino ad arrivare all’oasi naturalistica di Trepalade. L’Oasi, aperta al pubblico dall’inizio degli anni Novanta e facente parte del più esteso Parco Regionale del Sile, conserva uno degli ultimi lembi di campagna veneta originaria rimasti, creando un ambiente protetto ideale per piccoli mammiferi, anfibi, rettili e uccelli.
Percorrendo infine l’Alzaia del fiume Sile, la strada dove i buoi rimorchiavano controcorrente i burci, oggi trasformata in percorso ciclo-pedonale sterrato, si torna a Quarto d’Altino.
Lasciati ispirare
La conca (o vaso) di Portegrandi, realizzata nella seconda metà del ‘600 e in attività fino agli anni ‘60 del Novecento, è la secolare porta sulla laguna che permetteva (e controllava) gli scambi con l’entroterra in direzione di Treviso.
Una conca fluviale è un bacino idrico regolato da due chiuse permette di superare un dislivello lungo un fiume o un canale navigabile. L’apertura e la chiusura delle chiuse permette la regolazione dei livelli dell’acqua all’interno della conca vera e propria, consentendo alle imbarcazioni di “salire” o “scendere” a livello del corso d’acqua.
Consiglio
Aperto nel 1960 e ampliato nel 2014, il Museo Archeologico Nazionale di Quarto d’Altino è collocato presso la vasta area archeologica della città romana di Altinum (Altino), ai margini della laguna veneta.
Il piano terra espone una campionatura di materiali preistorici provenienti dalla gronda lagunare e di reperti protostorici relativi all’abitato veneto, con anche la ricostruzioni di alcune sepolture. Si prosegue al primo piano con l’epoca della romanizzazione e dello sviluppo la città romana, che raggiunse gli oltre 30.000 abitanti. L’ultima sezione è infine dedicata al santuario emporico scoperto in località Fornace e ai reperti di età tardoantica-altomedievale.
All’esterno nel giardino del Museo sono ricostruiti cinque recinti funerari e due mausolei monumentali a richiamare i ricchi monumenti funerari che si trovavano lungo le vie consolari che attraversavano l’area, l’Annia e la Claudia Augusta.
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