Itinerario Chioggia

Per chi arriva da terra, l’accesso alla città avviene attraverso Porta Garibaldi (o di Santa Maria), costruita nel 1530, da cui si apre il Corso del Popolo, principale arteria del centro storico che lo percorre tutto in senso longitudinale.
Dal Corso si irradiano 73 calli, 32 verso Canal Lombardo, a ovest, e 41 verso Canale S. Domenico, a est. A queste si aggiungono una quarantina di altre piccole calli, fondamenta e campielli.
Subito a lato della porta si trova la Cattedrale di Santa Maria Assunta realizzata dopo l’incendio della notte di Natale 1623, su progetto del giovane Baldassare Longhena, allora ventiseienne al suo primo incarico.
Il campanile fu ricostruito tra il 1347 e il 1350, dopo un crollo ed è una delle poche testimonianze monumentali in stile romanico sopravvissute alla Guerra di Chioggia (1378-1381).
Sul lato sud della Cattedrale si aprono i giardini del Sagraéto, dove la statua della Vergine col Bambino, al centro della balaustra di pietra, conosciuta come Refugium Peccatorum, rappresenta uno dei punti più alti della devozione popolare.
Dopo la Cattedrale si incontra la chiesetta di San Martino Vescovo, in stile tardogotico, costruita alla fine del XIV secolo dopo la Guerra di Chioggia, e frequentata inizialmente dagli abitanti di Sottomarina a cui i genovesi avevano distrutto il borgo. Custodisce al suo interno due polittici trecenteschi della scuola di Paolo Veneziano.
All’incrocio con calle San Giacomo – che conduce a Sottomarina attraverso il “ponte dell’Unione” – sorge la Basilica di San Giacomo Apostolo conclusa nel 1790 su progetto di Domenico Pelli. L’immagine mariana posta sopra l’altare maggiore ricorda l’apparizione della Madonna nel 1508 ad un ortolano, il quale la vide nel suo orto seduta su un tronco, dopo un violentissimo temporale.
Pochi passi più avanti si affaccia sul Corso l’antica Loggia dei Bandi, contraddistinta da un porticato classicheggiante di influenza palladiana. Costruita nel 1531, da lì si proclamavano i bandi e si rendevano pubbliche le ordinanze.
La piazzetta che si apre tra la Loggia dei Bandi e il Palazzo Municipale è sorvegliata dalla colonna dello Stendardo, pennone portabandiera realizzato nel 1713 dallo scultore veneziano Gioseffo Zeminiani, impreziosito dalle tre “prigioni”, ossia dalle figure a cui sono stati attribuiti i nomi di Giacomo, Andrea e Filippetto, dal nome delle chiese verso cui sono rivolte.
A questo punto della passeggiata vale la pena fare qualche passo verso l’interno, costeggiando la Loggia dei Bandi e proseguendo fino ai piedi del ponte dei Filippini.
Qui sorge la chiesa della Santissima Trinità, costruita insieme all’oratorio nel 1528 a opera della confraternita dei “Rossi” o dei “Battuti”. L’edificio attuale è frutto di una ricostruzione del 1705 su progetto di Andrea Tirali, a croce greca.
L’attuale Palazzo Municipale, di impronta asburgica, sorge in luogo del vecchio palazzo podestarile, semidistrutto da un incendio del 1817.Il progetto è dell’ingegner De Paoli e la costruzione si protrasse dal 1839 al 1847.
A nord del municipio sorge il trecentesco Palazzo Granaio, costruito nel 1322 su progetto dell’architetto Matteo Caime come deposito delle scorte di grano della comunità, e sopravvissuto alle distruzioni della guerra di Chioggia.
In stile gotico, poggia su 64 colonne in pietra d’Istria. Sulla facciata spicca un’edicola con una Madonna con Bambino, e sul lato sud si può ammirare il Portale di Prisca, all’ingresso della pescheria, scolpito da Amleto Sartori nel 1940 e donato alla città nel 1946.
Un’altra chiesa guarda al Corso dal suo fianco orientale, ed è quella dedicata a Sant’Andrea Apostolo, ricostruita nel 1743, mantenendone la pianta romanica, nel luogo dove sorgeva una chiesa dell’VIII secolo.
Il battistero custodisce la pala marmorea – tabernacolo attribuita al Sansovino. Da segnalare il campanile romanico, edificato nel X secolo come torre civica.
A questo punto della passeggiata si intravede già il bacino di Vigo, che costituisce l’approdo alla città per chi arriva via acqua. La piazzetta è dominata dalla colonna con il leone di San Marco, realizzata in marmo greco e impreziosita da un capitello bizantino del XII secolo.
Fu ritrovata negli scavi del vecchio palazzo pretorio e collocata nella piazzetta nel 1786. Per le modeste dimensioni del leone, simbolo della Serenissima, i chioggiotti la chiamano affettuosamente el Gato.
Guardando a est spicca il Ponte di Vigo, che unisce la piazza con la fondamenta Vena e con la punta di San Domenico. E’ il ponte più maestoso della città, realizzato nel 1685 in pietra d’Istria e decorato nel 1762 con bassorilievi raffiguranti l’Annunciazione e i Santi Felice e Fortunato, patroni della città.
Uno sguardo dalla cima del ponte permette un panorama mozzafiato. Rivolgendosi verso sud si apre uno scorcio di Riva Vena, il cuore palpitante della città, con le bancarelle del mercato quotidiano della frutta, i palazzi affacciati sul canale e le piccole barche colorate agli ormeggi.
Rivolgendo lo sguardo a nord si domina la laguna e, nelle mattine limpide d’inverno, si intravedono le linee dell’isola di Pellestrina. Volgendosi a nord-ovest si possono notare le barche a vela ormeggiate nei pontili della darsena “Le Saline”, una splendida oasi dove la veduta panoramica arricchisce un servizio moderno e attrezzato per la nautica da diporto.
Se si sceglie di percorrere il ponte di Vigo, si oltrepassa la chiesetta di Santa Croce, risalente al 1496, oggi sede della Capitaneria di Porto, si imbocca la calle Santa Croce, e ci si trova ai piedi di un altro ponticello, che collega la fondamenta del canale San Domenico (parallela alla Vena e al Corso del Popolo) con l’isola omonima.
Anche da questo ponte la veduta è di quelle che non si dimenticano: uno scorcio della Chioggia operosa, con i tantissimi pescherecci ormeggiati sulle fondamenta del canale e, sulla sponda a est, il mercato ittico, dove ogni mattina si battono le aste con i prodotti ittici provenienti e diretti da tutto l’Adriatico.
Scendendo il ponte, si offre la vista della chiesa di San Domenico, ricostruzione settecentesca di un precedente centro domenicano del XIII secolo. All’interno della chiesa, conosciuta anche come Santuario del Cristo, per via del maestoso Cristo ligneo che si trova dietro l’altare maggiore, sono custodite opere di grande valore artistico, come L’apparizione del Crocifisso a San Tommaso, di Tintoretto (1518 – 1594) e il San Paolo, ultima opera firmata di Vittore Carpaccio, datata 1520. Il campanile è romanico e risale alla fine del XIII secolo.
Lasciati ispirare
Ascolta il dialetto del luogo.
Quando il verbo è sdrucciolo, come ridere, perdere, frigere ecc., i Veneziani troncano la finale, e dicono: rider, perder, friger ecc.; ed i Chiozzotti, che non potrebbero pronunziare, come negli altri verbi, ridereeee, perdereeee, frigereeee, perché ciò sarebbe troppo duro anche alle loro orecchie, troncano la parola ancor di piú, e dicono: ridè, perdè, frizè ecc.
Ma io non intendo qui voler dare una grammatica Chiozzotta: accenno qualche cosa della differenza che passa fra questa pronunzia e la Veneziana, perché ciò ha formato nella rappresentazione una parte di quel giocoso, che ha fatto piacer moltissimo la Commedia.
[Carlo Goldoni, Le baruffe Chiozzotte, 1762]
Consiglio
Tornando indietro verso piazza Vigo si può decidere per un percorso alternativo a quello del Corso, imboccando oltrepassata la piazzetta, la fondamenta del canale Lombardo.
Qui Chioggia mostra la sua anima portuale, una parte del porto si trova nell’Isola dei Saloni, che è collegata al centro da un ponte girevole.
Nella zona sorgono poi officine navali e meccaniche, e minuscole osterie che, verso sera, si affollano di pescatori che rientrano dalla giornata di lavoro.
Da questa parte di Chioggia si godono tramonti mozzafiato, con il sole che affonda sulle bricole che segnano i canali rosa e azzurri della laguna.
LUOGO: |
DESTINATARI: | tutti i pubblici |
MEZZO: | bicicletta o piedi |
PUNTI DI INTERESSE: | Chiesa di San Domenico, Ponte Vigo, Chiesa di S. Andrea, Palazzo Grannaio, Palazzo Comunale, Chiesa SS. Trinità, Chiesa S. Giacomo, Chiesa S. Francesco, Tempietto S. Martino, Cattedrale di S. Maria Assunta. |
CONTATTI PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: | Il sito web del Ufficio Turismo Chioggia |