Le ville della Riviera del Brenta

Mira intreccia la storia del suo territorio con quella dei canali che ne segnano il territorio in tutte le direzioni. Naturale quindi proporre un itinerario che segua le pigre anse del basso Brenta, la via acquea principale che nei secoli vide l’avanzamento del dominio veneziano in terraferma, di cui resta testimonianza nelle ville, nelle chiese, nei casini di caccia e nelle colonne di confine.
Il viaggio inizia da Fusina, in corrispondenza dello sbocco in Laguna del Taglio del Brenta, per risalirne il corso ripercorrendo idealmente la via che la ricca nobiltà veneziana seguiva per raggiungere i propri possedimenti di campagna.
La prima borgata che si incontra è Malcontenta, dove l’occhio viene catturato dall’imponente figura di Villa Foscari, detta “La Malcontenta”. Costruita a metà del ‘500 su progetto di Andrea Palladio, si tratta una costruzione massiccia, che si differenzia da tutte le altre ville veneziane per non essere concepita come una villa-fattoria al centro delle attività agricole dei possedimenti ma come vera e propria residenza suburbana.
Nel 1996 viene inserita nella lista del Patrimonio Mondiale UNESCO all’interno del sito “La Città di Vicenza e le ville palladiane del Veneto”. Proseguendo lungo la statale che costeggia il Naviglio Brenta si giunge a Oriago. Sulla riva sinistra sorge la settecentesca Villa Allegri e subito dopo Palazzo Moro; sulla riva destra spiccano invece Palazzo Mocenigo e la cinquecentesca Villa Gradenigo.
Tornati lungo il Brenta, dopo Oriago ci si imbatte in Villa Valmarana, ancora così chiamata anche se del complesso originario rimangono solo le due grandi barchesse laterali. Quasi di fronte, attorniata da uno splendido giardino, sorge la settecentesca Villa Widmann-Foscari, elegante e riccamente decorata: di proprietà della Città Metropolitana di Venezia, la villa è stata di recente restaurata e aperta al pubblico, ospitando al suo interno anche un info point turistico. Poco oltre, sull’altra riva, si trova Villa Valier con la sua barchessa e la chiesetta seicentesca.
Si arriva così a Mira Porte dove, fino a quasi la metà del ‘900, al posto della piazza sorgevano le chiuse, era necessario attraversare con un ponte mobile. La località era metà di viaggiatori e mercanti, che spesso sostavano nei due alberghi del posto.
Il nostro itinerario ci permette di vedere quindi le Villa Franceschi e Villa Principe Pio e la secentesca chiesa parrocchiale di San Nicolò: la sua intitolazione al Santo protettore dei naviganti testimonia il ruolo fondamentale dei barcaioli nell’economia del paese nei secoli passati (dal nome della sua città natale, Myra, in Turchia, secondo una tradizione locale prese poi il nome l’intero paese, sostituendosi alla più antica denominazione Cazoxana).
Costeggiando il Naviglio Brenta si raggiunge Villa Contarini dei Leoni, così chiamata per le due sculture poste all’ingresso (delle copie degli originali in quanto questi ultimi, venduti dai proprietari nel 1893, si trovano al Museo Jacquemart-André di Parigi). Realizzato nel XVI secolo, l’edificio è stato riaperto al pubblico nel 2008 dopo lavori di restauro ma già dal 1988 è la sede del Teatro di Mira.
Molto più numerose di queste descritte sono le ville e le case d’epoca che costeggiano il canale dalla laguna a Padova: nel solo territorio miranese, secondo il censimento dell’Istituto Regionale Ville Venete, sono presenti oltre 90 edifici di pregio tra ville, oratori, palazzi, barchesse isolate e casini costruiti tra il XV ed il XIX secolo. Quelle qui raccontate formano quindi solo uno dei molti possibili percorsi di scoperta dei tesori della Riviera del Brenta.
Lasciati ispirare
Villa Moro ad Oriago conserva ancora sulla facciata l’iscrizione con i versi di Dante che narrano la morte di Jacopo del Cassero, magistrato guelfo e Podestà di Bologna e Milano, qui assassinato nel 1298 dai sicari al servizio di Azzo VIII d’Este, Signore di Ferrara.
[…]
Ma s’io fosse fuggito inver’ la Mira, quando fu’ sovragiunto ad Oriaco, ancorsarei di là dove si spira.
Corsi al palude, e le cannucce e ‘l braco m’impigliar sì ch’i’ caddi; e lì vid’io de le mie vene farsi in terra laco
Divina Commedia, Purgatorio V, 79-84
Consiglio
L’itinerario storico turistico lungo il Naviglio del Brenta è percorribile, tra marzo e ottobre, anche percorrendo la via d’acqua a bordo del Burchiello: il nome si riferisce alla tipica imbarcazione utilizzata dalla nobiltà veneziana per raggiungere i propri possedimenti in terraferma.
Dal 1960, il servizio di linea del Burchiello effettua queste suggestive mini-crociere con partenza da Venezia o da Padova, accompagnando alla scoperta della storia e della cultura di cui le Ville della Riviera del Brenta sono testimoni.
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